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Quando non mortificato e relegato al più bieco funzionalismo, lo specchio è, tra i prodotti d’arredo, quello che presenta la componente evocativa più marcata. “Fenomeno-soglia” per Umberto Eco, oggetto- ponte per Lewis Carroll verso quel mondo oltre cui ha consacrato le avventure dell’intramontabile Alice.
Il progetto dell’Ultrafragola di Ettore Sottsass jr. – che la Poltronova ha in produzione dal 1970 senza averla mai interrotta – sembra stare in bilico tra due concezioni del concetto di “finestra”, la prima simboleggiata metaforicamente da un grado di visibilità massima, la seconda da uno minimo. Per un verso richiama, oltre ai concetti espressi da Eco e da Carroll, anche le icone russe, che forniscono, nella tradizione, un varco in grado di mettere in comunicazione il mondo sensibile con una realtà altra.
Per un altro rimanda alla “Fresh Widow” di Marcel Duchamp, finestra che si compone di pelli nere al posto dei vetri, a dimostrare come, per poter vedere oltre, sia necessario chiudere il mondo all’esterno e costruirne un altro, interno al pensiero o, meglio, nel caso del progetto di Sottsass, interno a sé stessi. Non è un mistero, Sottsass lo ha dichiarato più volte, che quello dei Mobili Grigi, di cui lo specchio Ultrafragola fa parte, sia un progetto “esistenzialista”. Sottsass «costituzionalmente incapace di essere contento per più di pochi secondi e anche questo di rado», ha sempre avuto la necessità di concentrarsi sul valore specifico dell’individuo, sul suo carattere precario e finito, sul vuoto che caratterizza la condizione dell’uomo moderno, sulla solitudine, in cui inevitabilmente ci si specchia, di fronte alla morte.
Il concetto di progetto per lui ha un significato profondo, è la risposta alla malinconia insita nell’uomo e alla sua esistenza solitaria, condizione di cui è cosciente e partecipe: fornire gli strumenti per contrastarla rimane scopo fondante del suo operare. Date queste premesse potrebbe oggi far sorridere il suo ideatore, scomparso nel 2007, che l’Ultrafragola sia considerato per il “New York magazine” il selfie–mirror per eccellenza delle star di mezzo mondo.
Altro destino bizzarro, considerata l’indiscussa iconicità dell’oggetto, riguarda il fatto che l’Ultrafragola, unica nota colorata e sensuale all’interno di quel progetto “grigio”, non compreso sul momento dal pubblico generalista, fu anche aspramente criticato dalla stampa di settore. Nel gennaio del 1971, a pochi mesi dalla presentazione a Eurodomus di quel progetto, firmato Sottsass–Poltronova, Piera Peroni sulle pagine di “Abitare” con un articolo dal titolo quanto mai emblematico “Per favore mi dai un cerino?” compie una violenta stroncatura. Nelle pagine iniziali dell’articolo era rappresentato, per gentile concessione di un ignaro Michelangelo Antonioni, un fotogramma della scena finale di Zabriskie Point, in cui su musica dei Pink Floyd la casa (la John Lassen House progettata da Paolo Soleri) e tutto ciò che contiene in termini di mobili, oggetti e naturalmente arredi, salta in aria.
In un momento in cui l’accreditamento del Contro o Radical design è ancora di là da venire, solo il “buon design” ha diritto di cittadinanza e la sperimentalità di Sottsass è così “aliena” che trova posto solo al cinema, non a caso, come set della serie televisiva italiana di fantascienza “A come Andromeda” (1972), ispirata al più celebre romanzo di Fred Hoyle. L’elevato tasso di sperimentalità, consentitogli da Poltronova lungimirante azienda suigeneris, era reso possibile dall’allora inedito utilizzo dei materiali: fiberglass termoformato sullo stesso e unico stampo in alluminio utilizzato dal 1970 a oggi, a cui si sommava, allora come ora, una sapiente lavorazione artigianale, figlia del più raffinato made in Italy. Risultava tuttavia ancora più sperimentale il fine ultimo del designer, poco incline a seguire facili logiche commerciali: Sottsass rilevava il suo interesse per gli aspetti figurativi della casa in rapporto allo stato psichico di chi la abita. E questo sì, nel 1970, era davvero fantascientifico. La decorazione, che rappresenta l’altro polo soggiogante del progetto, è garantita dall’ampia cornice che riporta alla mente le decorazioni plastiche che sovrastano i portali delle cattedrali romaniche, non solo luoghi di culto ma spazi in cui la comunità si radunava a consiglio, monumento religioso ma anche civico, espressione di una società collettiva e corale. Allo stesso modo l’Ultrafragola è domestico portale totemico, oggetto di culto a causa della sua potente carica evocativa, irrinunciabile, sia che si voglia verificare l’outfit, sia che ci si voglia riconnettere con la parte più profonda del sé. (Elisabetta Trincherini)
Testo da Le monografie di Poltronova: Ultrafragola. Ettore Sottsass jr, edited by Francesca Balena Arista, Donatello D’Angelo and Elisabetta Trincherini, Centro Studi Poltronova per il Design, Florence 2020.