Lo specchio Ultrafragola è l’unico elemento entrato in produzione tra i Mobili Grigi di Ettore Sottsass, tutti gli altri sono stati realizzati in pochissimi esemplari. Le parole con cui Sottsass descrive questa serie, caratterizzata da «forme tondeggianti e gonfiate (per sempre) forme di origine femminile forse o —se volete— di origine religiosa (che è la stessa cosa)», sembrano riecheggiare, amplificate, nella sua cornice ad onde sinuose illuminate dal neon rosa. È nel maggio 1970 che Poltronova presenta —all’ “Eurodomus 3”, antesignano di quello che diventerà poi il “Salone del Mobile” di Milano— questa serie in fiberglass, materiale utilizzato per realizzare gli scafi delle barche, piuttosto inusuale nel campo del design. I mobili vengono presentati con il marchio Design Centre, divisione di Poltronova creata qualche anno prima per commercializzare i progetti tecnologicamente più avanzati.
L’allestimento disegnato da Sottsass è uno spazio in penombra illuminato solo dalle luci al neon che fuoriescono dai mobili stessi «come le lucciole giapponesi che trasformano le notti di maggio in materia solida». I Mobili Grigi emergono dal buio di questo ambiente metafisico come apparizioni stranianti. Sottsass li aveva immaginati come sagome tridimensionali senza fondo da incollare al muro, ma non c’erano le tecnologie adatte a realizzarli in questo modo. Nello specchio Ultrafragola quest’idea è ben leggibile. L’ “Eurodomus 3”, organizzato dalla rivista “Domus” e da Torino Esposizioni, si svolge per la prima volta al Palazzo dell’Arte di Milano dopo le due precedenti edizioni a Genova e Torino, ed è un’importante occasione di visibilità internazionale. Le reazioni del pubblico e degli addetti ai lavori al progetto di Sottsass sono molto forti. Rimane emblematica quella della rivista Abitare, che al grido di “No, no, questo poi no”, critica aspramente i Mobili Grigi giudicandoli di cattivo gusto.
Non è tanto la tecnologia inusuale e forse nemmeno il colore grigio scuro —scelto volutamente per la sua mancanza di richiamo commerciale— che disturbano il pubblico, quanto il fatto che Sottsass usi il design, al pari dell’arte, come strumento di riflessione, di critica e di provocazione. Nel testo “Could anything be more ridiculous”, in cui mette a confronto Mobili Grigi e Ceramiche Yantra (disegnate sempre per Poltronova) Sottsass scrive: «In una stanza bisogna mettere quanti più Mobili Grigi possibili […] A questo punto, la persona si sentirà praticamente soffocata da un grigio, brillante, scivolamento geologico di plastica […] si sentirà completamente isolata da tutto ciò che è fuori dalla stanza, come se si trovasse nel Tempio delle Scimmie rosso bollente di Benares, o nel sottomarino del capitano Nemo, o nella grigia polverosa Tomba Reale […] o in un viaggio silenzioso nel solido cielo nero fra Marte (il pianeta) e Orione (la stella). Un viaggio che è un viaggio e anche una morte, come accade sempre se ci si immerge profondamente nella realtà. Cosa volete di più?».
Le fotografie fatte con Alberto Fioravanti, in cui la presenza umana è ridotta a frammento —una mano che appare da dietro la testata del letto, una gamba che spunta fuori dall’armadio, una donna con la testa reclinata sul tavolo— amplificano questo senso di ricerca della consapevolezza esistenziale. La serie comprende il letto Elledue, con testata luminosa rosa —proposta poi in azzurro, e separatamente come lampada da terra Elle— l’armadio Bicinque, con cappello luminoso giallo, il mobile angolare Unisex, con due neon arancioni ai lati delle ante sottovuoto, lo scaffale a tre ripiani Essetre, il tavolo con piano tondo Aromatico, la sedia Malatesta, lo specchio Ultrafragola, il portadischi/portariviste Piquattro. Fanno inoltre parte di questa sperimentazione le lampade Bruco e Cometa.
Volutamente destabilizzanti, i Mobili Grigi non possono avere successo sul mercato, neanche nella successiva, mitigata, versione bianca. Questo incrina i già delicati rapporti con Poltronova. «La commissione interna —scrive Sottsass— ha detto al Cammilli che era meglio se smetteva di spendere soldi per produrre mobili più o meno inutili come quelli che gli andavo proponendo io». E così verso il 1973 Sottsass lascia l’azienda: il suo lavoro è troppo avanti con i tempi per essere accettato. Lo specchio Ultrafragola resta l’unico testimone accessibile —oltre ai rari e ricercatissimi prototipi degli altri elementi— della coraggiosa sperimentazione dei Mobili Grigi. (Francesca Balena Arista)